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20 giugno: giornata mondiale del rifugiato. Una storia dal Samaritano

Mi chiamo Hassan e vengo dalla Siria. Stavo bene nel mio paese, avevo uno stipendio buono, lavoravo come camionista insieme a mio papà e mio fratello. Poi la guerra civile ha iniziato a farci perdere lavoro, poi la sicurezza, infine ci ha obbligati a fuggire da casa nostra. Io, grazie al lavoro che facevo, ogni tanto andavo in Egitto e così ho cercato rifugio lì nel 2016. Sono rimasto pochissimo, perché non trovavo lavoro e avevo bisogno di soldi da mandare ai miei famigliari più anziani rimasti in Siria. Così mi sono spostato in Libia per prendere una barca che mi portasse in Italia. Sono sbarcato in Sicilia dopo una traversata molto pericolosa, in una notte buia e con onde altissime. Ricordo la paura di quella notte, i pianti dei bambini e il sollievo nel vedere una nave italiana che ci soccorreva. Dalla Sicilia, sono stato spostato a Milano e poi a Verona, dove mi ha accolto Il Samaritano. È bello questo progetto di Caritas perché ci sono operatori che ti aiutano a inserirti in Italia, perché ho imparato la lingua, ho trovato lavoro come barista e mi è stato dato un appartamento in città, insieme a due ragazzi giovani libanesi e a tanti volontari della parrocchia che venivano a trovarci e a darci una mano. Sono stati anni splendidi, che mi hanno permesso di avere il tempo di ottenere un documento regolare come rifugiato e di aiutare la mia famiglia con qualche soldo ogni mese. Adesso? Sono sopravvissuto ad una guerra e al mare e sono un ragazzo felice! Sto organizzando di trasferirmi in Germania con mio fratello, che ora vive là, e di costruirmi una famiglia. L’importante è essere tranquilli e in pace, non chiedo nulla di più.